Enna. Autodromo, Accademia Pergusea a Legambiente: ‘prognosi’ nefasta
Enna. Si riapre il ‘duello’ tra Legambiente e l’Autodromo. La scintilla
che ha fatto riprendere le ostilità, con prese di posizioni degli
ambientalisti che sostengono “Nel futuro di Pergusa non c’è posto per la
pista motoristica”, è stata la presentazione del progetto
dell’assessore Antony Barbagallo sul rilancio di Pergusa, con un
contributo regionale di 400.000 euro annuo, e l’entrata della stessa
Regione Siciliana nel Consorzio. Legambiente Sicilia insorge riprendendo
temi già noti, sostenendo inoltre che è zona speciale di conservazione
(ZSC). E’ scesa in campo, a difesa dell’impianto, l’Accademia Pergusea,
presieduta da Nino Gagliano, nota figura nell’ambiente motoristico
ennese, avendo ricoperto per anni la carica di Presidente dell’Ente
Autodromo.
Senza
peli sulla lingua, Nino Gagliano inizia così la sua appassionata
arringa difensiva: “L’Autodromo non è morto, anzi può risorgere.
Legambiente – afferma – entra a gamba tesa nel dibattito con l’Assessore
Regionale e utilizza una ‘prognosi medica’ perlomeno nefasta e
incoraggia addirittura a praticare l’eutanasia all’autodromo,
delocalizzandolo”. Osserva inoltre: ”Un qualsivoglia progetto di
rilancio, per Legambiente Sicilia, è liquidato senza mezzi termini…una
sorta di accanimento terapeutico, ma il paziente è ancora vivo!
L’Autodromo, sebbene fortemente debilitato a causa del prolungato
malfunzionamento dei suoi organi interni, ha una forte voglia di vivere e
con una giusta terapia disintossicante si rianimerebbe in fretta”.
Legambiente,
dal canto suo, afferma come un contributo di 400.000 euro all’Autodromo
da parte della Regione, sarebbe incoerente con i tagli che la stessa
sta operando a causa della gravissima crisi finanziaria e propone,
invece di delocalizzarlo fuori dell’area tutelata. “Alla faccia della
coerenza – ribadisce ancora Gagliano – la delocalizzazione è veramente
utopistica, sia per i costi necessari alla costruzione (parecchi milioni
di euro) sia per le non poche altre centinaia di migliaia di euro per
lo smantellamento della struttura esistente. Prescindendo dagli aspetti
economici sopra menzionati, che sono fondamentali, ci si priverebbe
ingiustificatamente di un impianto che, tornando ad operare a regime,
sarebbe un efficace e collaudato volano per la depressa economia ennese e
che, di fatto convive perfettamente da circa 50 anni con l’ecosistema
della conca pergusina, il cui anello d’asfalto ha addirittura salvato il
lago dall’interramento, secondo il parere di qualche altro autorevole
ambientalista, certamente più obiettivo. Pertanto – conclude Nino
Gagliano – si può obiettare sull’efficacia della terapia, ma non si può
certamente discutere sull’opportunità o meno di salvare la vita al
malato, altrimenti ci troveremmo di fronte all’ennesimo caso di
malasanità”. Enna in questi mesi sembra presa di mira da fuoco
incrociato.
Ai
recenti noti attacchi all’Università, si somma ora l’offensiva di
Legambiente Sicilia nei confronti dell’Autodromo. Enna non può rimanere
inerte allo smantellamento di ciò che è stato realizzato nel passato,
dal dopoguerra in poi fino agli anni recenti. Ne vale dell’avvenire
della nostra economia, del turismo soprattutto, che serve a supportare
il tessuto imprenditoriale e occupazionale, e della crescita culturale
legata all’Ateneo che si riflette sulla rivitalizzazione dei nostri
centri urbani.

Salvatore Presti
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